E’ noto che, come diceva Croce, si fa storia sempre del presente, e ogni storia del passato si attualizza in base a quella contemporanea a chi la fa. E’ meno risaputo che l’impulso a studiare epoche considerate decadenti, come la tarda antichità o il medioevo occidentale o il millennio bizantino, non è – nel profondo almeno – mera eccentricità, né ripiegamento erudito di esteti in lutto per il proprio secolo: è invece percezione – all’inizio confusa, su frequenze quasi inudibili, poi sempre più netta – di un’affinità tra quelle epoche e la nostra; e convinzione di poter trovare, interrogando quel passato, risposte alle domande del presente.
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