Claudio Magris, Livelli di guardia. Note civili (2006-2011), Garzanti, 2011, pp. 201. Euro 18,00.

Garzanti

“I libri hanno una vita propria”. Il poeta latino che scrisse questo magnifico verso non avrebbe potuto immaginare che le sue parole sarebbero state tramandate per secoli, da quasi duemila anni, e che avremmo potuto trovarle sugli scaffali delle nostre biblioteche.

Su questa scia, i libri di Magris sono un esempio emblematico. Scrivendo questa recensione avverto un enorme piacere a sfogliare le pagine e dialogare con l’Autore. Nella scrittura di Magris le parole non sono mai banali, il suo senso di onestà nell’usarle e dosarle sono uno stimolo per il lettore. Che cosa succede alla nostra società odierna? La radiografia implacabile dell’Autore ci descrive una cronologia di sei anni di tragedie, farse, faziosità, violenze, deliri e indecenza, che salgono come acqua alta. I vari testi che strutturano il libro hanno un filo conduttore e cioè l’indignazione e la resistenza civica sollecitate come linfa per contrastare l’imbarbarimento del linguaggio e dei comportamenti. Sono inoltre da considerare non solo lo stile ma anche la chiarezza dell’Autore nell’affrontare temi come la violenza, l’ignoranza e l’indecenza. Le sue interrogazioni sono un stimolo per il lettore ad alzare il livello di guardia ed a interrogarsi a sua volta sul decadimento della cultura, dell’educazione e della limitata onestà nell’uso quotidiano del linguaggio. Il libro di Magris richiama la nostra sensibilità ad essere più attenta a tutto ciò che dà senso e significato alla nostra esistenza umana. Ahmed Habouss


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