La complessa e spesso travagliata storia della costruzione dello stato moderno oggi può essere riletta come il compimento di un destino ‘tragico’, un destino che ci sta di fronte come uno degli esiti estremi della parabola segnata da quella forma di riorganizzazione della vita collettiva che siamo abituati a chiamare ‘secolarizzazione’. Che cosa significa affermare che nella modernità lo stato ha interpretato una figura del ‘tragico’? Anzitutto, è importante precisare che in questo caso il termine “tragedia” resta fedele alla sua rappresentazione classica; cioè, è l’espressione di un conflitto radicale e irresolubile tra due parti, un conflitto produttivo di ciò che, col suo tipico modo di pensare dialettico, Hegel definiva una situazione di ‘scissione’. Nel caso dell’ethos statuale moderno, quella scissione è costituita dall’opposizione insanabile, potenzialmente conflittuale e gravida di fatali conseguenze, tra le sorti dei singoli e quelle della totalità, tra i destini personali e quello della comunità politica.
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