In quanti modi si può declinare la parola “corpo”? Ogni cultura costruisce e interpreta il corpo secondo i propri canoni. Per esempio, come pensano il corpo gli africani? E qual è il ruolo del corpo nella società contemporanea occidentale? Ripercorrendo la sua lunga storia di etnologo, Marc Augé ci conduce lungo un percorso che parte dallo studio delle popolazioni dell’Africa Occidentale, in cui si praticano riti di possessione, fino a giungere all’attuale concezione del corpo qui, in Occidente. Quale corpo? Quello che diventa pubblico, quello che viene esposto nelle cerimonie, quello dell’attore sul palco di un teatro, in un funerale, oppure davanti a una telecamera, in una società – la nostra – dove l’apparire, il mostrarsi, anche e soprattutto in ambito politico, è sempre più determinante, così come determinante diventa il culto del corpo.
Marc Augé, etnologo e antropologo, è stato directeur d’études e presidente dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Africanista di formazione, ha trascorso molto tempo in America Latina, e ha lavorato a Parigi e in altre zone della Francia osservando le molteplici realtà del mondo contemporaneo. È noto per aver coniato il concetto di “non luoghi”. Autore di importanti ricerche e pubblicazioni, ricordiamo per elèuthera: Nonluoghi (2009), Che fine ha fatto il futuro? (2009), Un etnologo nel metrò (2010), Ville e tenute (2011); per Bollati Boringhieri: Disneyland e altri nonluoghi (1999), Il senso degli altri (2000), Finzione di fine secolo (2001), Diario di guerra (2002), Rovine e macerie (2004), Il mestiere dell’antropologo (2007), Genio del paganesimo (2008), Il bello della bicicletta ( 2009); Straniero a me stesso. Tutte le mie vite di etnologo (2011).
Fonte:http://www.dialoghisulluomo.it/it/2011/aug%C3%A9/quando-il-corpo-parla