Un paradosso quel celebre incipit di Lévi-Strauss: “Odio i viaggi e i viaggiatori”. Un paradosso considerando che le pagine seguenti hanno dato vita a uno dei più affascinanti libri di viaggio mai scritti, che la voce di Toni Servillo ci restituirà. Tristi Tropici di Claude Lévi-Strauss è molto più di un libro di viaggio. È anche un viaggio dentro l’uomo, i suoi racconti, le sue culture, un viaggio nella storia del mondo e dei rapporti tra paesi colonizzatori e colonizzati, un viaggio lungo gli sguardi che ogni società lancia alle altre, con la presunzione di essere migliore. Un viaggio dentro se stesso che il grande etnologo francese, scomparso nel 2009 all’età di cent’anni, compie abbandonando lo stile di studioso per toccare momenti di poesia altissima. Ascoltare oggi le parole che ha scritto nel 1955 fa cogliere la grandezza dello scrittore con le sue amare previsioni, purtroppo, talvolta avveratesi.
Toni Servillo (1959), attore e regista teatrale, ha portato in scena in Italia e all’estero numerosi testi di autori classici e contemporanei tra i quali Trilogia della villeggiatura (2007) di Carlo Goldoni, per tre anni in tournée mondiale. Ha messo in scena opere di Martin y Soler, Mozart, Cimarosa, Musorgskij, Strauss, Beethoven, Rossini per i maggiori teatri italiani ed europei. Protagonista al cinema dal 1991 con Mario Martone (Teatro di Guerra, Noi credevamo), Antonio Capuano (Luna rossa), Paolo Sorrentino (L’uomo in più, Le conseguenze dell’amore, Il divo), Andrea Molaioli (La ragazza del lago, Il gioiellino), Matteo Garrone (Gomorra), Stefano Incerti (Gorbaciòf), Claudio Cupellini (Una vita tranquilla), Nicole Garcia (Un balcon sur la mer), ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali. Con Gianfranco Capitta ha scritto Interpretazione e creatività (Laterza, 2008).